Segretissimo 0040 - Allarme chiamate Stephen Dain by Robert Sheckley

Segretissimo 0040 - Allarme chiamate Stephen Dain by Robert Sheckley

autore:Robert Sheckley [Sheckley, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Segretissimo, Spionaggio, Dain, narrativa
editore: bandinotto
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


19

Carlos era coricato sul letto con le mani intrecciate dietro la nuca, e contemplava con sguardo fisso il soffitto scrostato. Aveva costretto il suo corpo al riposo, ma era inquieto. Sentiva nell’aria puzza di fiasco. La vendita dei segreti non andava bene. Eppure in un primo momento il suo piano gli era sembrato semplice e sicuro. Era quanto di meglio aveva potuto immaginare. Ma ormai quel piano si era rivelato insufficiente. Stava assumendo nuova forma sotto la pressione degli eventi che costringevano Carlos ad improvvisare. Soltanto adesso capiva perché la maggior parte degli uomini non diventa ricca: per conquistare la ricchezza bisogna far fronte ad orrori di tutti i generi.

– È quasi mezzogiorno – annunciò Anna.

– Lo so.

– Klaus non è ancora arrivato.

– So anche questo.

La donna attraversò la stanza con tre passi e andò a sedersi sul letto, accanto a lui. Aveva sempre la stessa aria, ma

Carlos sapeva che Anna aveva paura. Era un esperto in materia, lui! Aveva visto spesso individui aver paura, aveva visto gente colpita dal terrore drammaticamente, come da un attacco di febbre. Ci sono varie qualità e tipi di paura, ma quella che provava Anna era la peggiore. Si manifesta prima che ci sia il minimo pericolo e, a volte, cessa soltanto dopo aver distrutto nel paziente qualsiasi possibilità di riflessione. La paura, di cui era vittima Anna, lo irritava, temeva di esserne contaminato a sua volta. Si drizzò bruscamente:

– Klaus non arriva. Bisognerà che ci vada io.

Anna fece segno di no con la testa.

– Non c’è altra via d’uscita – riprese Carlos. – Non avremmo dovuto servirci di Klaus, nel modo più assoluto. Non ci si può fidare di un individuo che beve. Probabilmente è addormentato chissà dove.

– È più probabile che abbia paura.

– Piantala! – ruggì Carlos.

Non bisogna mai chiamare le cose col loro nome. Soltanto le donne sono capaci di fare cose simili. Carlos sentiva il bisogno di agitarsi, di sbracciarsi per porre fine a quell’incertezza che lo stava soffocando. Si chinò e tirò fuori da sotto il materasso la borsa di cartone da quattro soldi che aveva comperata il giorno prima. Anna allungò la mano e, afferratogli il polso, glielo strinse con forza inaspettata.

– Non andare – disse.

Lui cercò gentilmente di svincolarsi.

– Debbo andare.

– Senza Klaus, non servirà a nulla. Aspetta ancora un quarto d’ora.

– Non verrà.

– Allora non andare. Non andare oggi. Fai un altro piano per i prossimi giorni.

– No. Non abbiamo abbastanza denaro per ricominciare tutto da capo.

– Allora, torna a rubare.

Lui la guardò fisso, leggermente scandalizzato.

– Hai detto che non volevi che rubassi.

– Ciò che fai non mi interessa, ma non voglio che tu muoia.

Lui scosse la testa con aria seccata. Soltanto le donne possono dire cose simili. Un uomo si vergognerebbe di dirle. Liberò la mano con un gesto brusco.

– Vuoi andare? – E vedendo che lui annuiva, aggiunse: – Carlos, lascia che ti dia un bacio. Lui fece segno di no con la testa. Portava jella. Però afferrò Anna per le spalle e l’abbracciò sorridendo.



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